restauri

Ovvero l’operazione del “recupero”.

Nei restauri, il tema del ri-uso per ormai i tre quarti del patrimonio edilizio italiano, che ha età media di mezzo secolo, è rilevante.

L’intervento deve inizialmente sottostare alla fase di diagnosi che porti alla conoscenza puntuale dei materiali e delle tessiture strutturali esistenti, al fine di poter effettuare una simulazione di calcolo con un modello dinamico di comportamento della struttura nella nuova situazione di progetto. E’ allora così possibile che la struttura esistente, compatibilmente con il suo stato d’uso e dopo un’attenta valutazione economica, possa essere preservata ed adattata alle nuove esigenze di impiego.

Per l’edilizia storica vincolata, occorre che l’intervento di restauro recuperi quanto più possibile la materia esistente, per preservare e testimoniare nel tempo l’ingegno e l’opera del “fabriciere”. Ogni situazione è comunque un caso a sé, non ripetibile, in quanto risente di aspetti legati alla situazione di degrado ed alla modalità di intervento in lettura anche con le varie teorie del restauro. Per esempio nel caso del rifacimento delle lacune o delle mancanze, la nuova materia deve tendere ad assomigliare all’originale facendo vedere una leggera differenza, oppure utilizzare delle tecniche che tendano a rendere la superficie di leggermente diversa, ma conforme con l’intorno.